Poggibonsi, Siena, 13 ottobre 1976 – Genova, 9 ottobre 2018 Sacerdote della Diocesi di La Spezia – Sarzana – Brugnato, Parroco di Pugliola e della Serra, Cavaliere Professo “in Sacris” della Milizia del Tempio, Scout del Gruppo Valdelsa “Alberto d’Albertis”, Oblato Benedettino Olivetano. |
Don Andrea nasce a Poggibonsi, cittadina del Senese il 13 ottobre 1976, frequenta il liceo classico dove a diciott’anni riceve il dono della vocazione, chiamata a cui però, in un primo momento decide di non dare risposta, successivamente consegue la laurea in giurisprudenza, e intraprende gli studi di lingue a Roma. Nell’Urbe riceve la seconda chiamata al sacerdozio e questa volta accetta, sarà invece l’amicizia con il Cardinal Piacenza a condurlo nella nostra diocesi alla Spezia; dove verrà Ordinato sacerdote il 23 giugno 2012. E’ stato Capo Scout Akela nel gruppo Valdelsa Alberto d’Albertis e Cavaliere della Milizia del Tempio, la quale fu per lui una vera seconda famiglia e per la quale si spenderà totalmente e senza rinunce. Viceparroco nella cattedrale di Santa Maria in Sarzana, è nominato da Monsignor Palletti amministratore parrocchiale alla Serra, dove si trasferirà a cavallo degli anni 2015/16, abitandovi fino alle ultime settimane di vita e dove rifonderà l’oratorio parrocchiale (ad lui oggi dedicato). Insegnante di religione al liceo sarzanese “Tommaso Parentuccelli”, Don Andrea instaura fin da subito un legame privilegiato con i giovani, per i quali diviene molto spesso punto di riferimento e guida anche e soprattutto per chi non condivideva con lui il dono della fede. Sempre a Sarzana fonda assieme a cinque alunni: Costanza, Vera, Walter, Marco e Gianmarco, un piccolo gruppo giovani destinato a crescere in fretta arrivando a includere ragazzi provenienti da tutta la val di Magra ed anche esterni all’istituto; In questo contesto lo incontrai la prima volta. Tuttavia non risulta semplice descrivere una vita tanto straordinaria, e per chi lo ha conosciuto la cosa è molto chiara: egli ha saputo camminare al nostro fianco, ma è anche stato capace di prenderci per mano e condurci nei momenti di difficoltà e nelle prove della vita. Superando di gran lunga le nostre aspettative, fino alla fine. Senza dubbio, uno dei momenti più significativi della vita di Andrea si può identificare con il periodo Serrese, del quale ho personalmente il ricordo più intenso. L’ingresso nella vita parrocchiale, le piccole responsabilità, gli incarichi pastorali, l’impegno per la liturgia e l’amore per lo studio personale che egli definiva come “un arricchimento indispensabile”. Ma anche la malattia e la consapevolezza di dover affrontare la battaglia per la vita, lotta che ha sempre combattuto con tutte le energie, senza mai arrendersi. Nei tre anni di ministero trascorsi alla Serra, don Andrea ha avuto modo di stingere forti legami con i suoi parrocchiani, i quali lo hanno sempre accompagnato e sostenuto con molto affetto. Anche qui è riuscito a coinvolgere i giovani, riaprendo l’oratorio parrocchiale (da molto tempo lasciato inattivo e destinato principalmente a magazzino) assieme ad alcuni ragazzi del luogo tra cui me, di cui vorrei citare Jacopo e Sebastiano, intitolandolo a San Giovanni Battista -nome di cui per altro resta ancora la scritta all’interno della sala- prima di essere nuovamente intitolato a fine 2018 “Oratorio Don Andrea Capelli”. Nel vicariato di Lerici don Andrea era molto conosciuto, anche perché qui strinse i suoi primi legami già da seminarista, dove venne affidato alla cura di don Federico Paganini, che diventerà suo superiore e successivamente amico e fratello nel sacerdozio. In seguito alla nomina alla Serra prenderà in cura, assieme a don Federico, anche l’oratorio di Lerici e il gruppo Scout Lerici 1 con il quale collaborerà in alcuni momenti. Da ricordare con affetto è certamente il viaggio fatto dalle tre comunità parrocchiali a Poggibonsi -dove Andrea riposa- per il primo anniversario della nascita al cielo, dov’è stata celebrata una Messa alla presenza dei genitori Iole e Siro Cappelli, tanto amati e portati nel cuore da don Andrea. Visita che resta evidente dimostrazione del legame d’affetto il quale ancora ci accomuna a lui e alla sua famiglia. Indimenticabili resteranno le ore passate a conversare, le riunioni dell’oratorio in cui si finiva sempre per chiedere al don una via di compromesso a rimedio dei nostri danni e sforamenti di orario, gli scambi di opinioni talvolta contrastanti, ma sinceri. E alla fine si parlava sempre del più e del meno, dei problemi che stavi affrontando e lui ti dava sempre un buon consiglio da seguire. “Guarda che bello il mare…” -mi disse un pomeriggio osservando il golfo al tramonto- “così dev’essere il Paradiso!”. Ma il vero Paradiso era già riflesso nei suoi occhi, nel suo sguardo semplice, nelle sue affermazioni tanto vere quanto profonde e incisive, le quali a volte ti lasciavano ben poche parole per riuscire a rispondergli. Sapeva essere profondo e toccare il cuore, ma anche un giocoso e scherzoso amico con cui poter condividere due battute e un po’ di buona ironia, era sempre felice e pronto ad ascoltare volentieri ogni persona. Nessuno, credo, potrà mai dimenticare il suo sorriso: Si potrebbe dire, senza timore di eccedere, che la sua intera vita era basata sulla certezza dell’amore e dell’amicizia del “buon Dio” – come lo amava chiamare – il quale gli dava tutta la forza di cui aveva bisogno. “Dio è tanto buono!” ripeteva ogni tanto a chi andava a parlarci. Ed è appunto in Dio che don Andrea trovava quella gioa che riempie il cuore, dall’incontro con Cristo nella preghiera e nella Messa a cui non ha mai rinunciato, nemmeno durante i mesi conclusivi trascorsi a letto, nei quali celebrava in camera su un piccolo altare portatile. In questo ultimo periodo, nonostante la stanchezza fisica ha continuato a spendersi per gli altri, specialmente per i ragazzi, restando disponibile e accogliente, dimostrando ancora una volta il profondo amore paterno per i suoi piccoli. Questi forse sono stati gli incontri più profondi e significativi nei quali abbiamo potuto sperimentare tutta la sua grandezza e profondità umana. Ma non solo, la fiducia con cui trasmetteva ciò che voleva comunicare, la grande curiosità che gli permetteva di approfondire comunque le tematiche e le storie più diverse, la costanza con la quale accompagnava i suoi propositi e la felicità con la quale parlava di Dio, riusciva a far intuire la bellezza dell’eterno e dell’amore di Dio. Insomma, una vita straordinaria nell’ordinarietà di tutti i giorni, e ed è proprio questo che lo ha reso speciale ai nostri occhi. Don Andrea lascerà per l’ultima volta La Serra a fine settembre 2018, si spegnerà di lì a poco senza mai perdere il sorriso, il 9 ottobre durante uno dei tanti ricoveri a Genova, nel reparto di pronto soccorso tra le braccia dei suoi affetti più cari. Possiamo ricordare Don Andrea con le parole di Santa Teresa di Calcutta: “La vera santità consiste nel fare la volontà di Dio con il sorriso”.Autore: Gabriele Barli FONTE: Santi e Beati |